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Spazio Arrivabene 2 Blog

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Giugno 2021

Installazione e opere di Roberto Ciroli

ALLEGRO MA NON TROPPO che si scivola è il titolo che rimanda a suggestioni musicali e rispecchia la meccanica che permette alle sculture e alle installazioni di potere galleggiare nello spazio: le opere e i personaggi che le compongono sono disposti nella giusta posizione grazie ad un lavoro di registrazione di fili, chiavi di ukulele e cavetti, l’opera è pronta solo quando l’accordatura è stata completata.

La natura umana osservata attraverso un filtro ironico viene deformata in figure grottesche calate in una realtà onirica da titoli sarcastici ed evocativi. Figure sempre in equilibrio precario che rimangono il modulo espressivo attorno al quale, in seguito, si sviluppano le installazioni e i progetti site specific.

Opere che si perdono nello spazio grazie alla loro leggerezza visiva e fisica, non sono mai monumenti statuari ma filiformi si mimetizzano nell’ambiente, obbligano all’osservazione  ravvicinata, ad un rapporto intimo.

La mostra è allestita sia all’interno dello spazio espositivo sia nel cortile dove compare l’installazione site specific “Allegro ma non troppo, che si scivola” che presta il titolo a tutta l’esposizione. Un filo rosso circolare sospeso al centro del cortile percorso da una serie di 39 personaggi.

Una traversata lunga una vita in equilibrio sul filo rosso dell’esistenza.

Colore ambivalente, rosso come il sangue fonte di vita, come il minio apotropaico sui fianchi delle navi condotte dagli achei attraverso le rotte del Mediterraneo, il colore dell’opulenza che avvolge le spalle di re e imperatori  oppure rosso come le braci del fuoco che divora l’esistenza e come segno di sventura e pericolo.

Il filo rosso è linea di contatto e contaminazione tra gli uomini uniti nello stesso percorso dalle vite che si incrociano e si accompagnano. Dei tratti si percorrono assieme a compagni di viaggio, prestando e ricevendo soccorso nei momenti più difficili o condividendo attimi di meraviglia, altri sono percorsi nella solitudine di un deserto.

Personaggi goffi e appesantiti, intenti a realizzare l’impresa epica che il fato ha disegnato per loro. Antieroi disorientati in balìa di un sentiero sconosciuto del quale non si conosce la lunghezza né la difficoltà.

Chi, sicuro dei propri passi, avanza velocemente senza esitazione sopravanzando con perizia gli scogli sul percorso, molti, a disagio, tentano di guadagnare l’uscita limitando per quanto possibile i danni, qualcuno paralizzato, immobile in una posizione scomoda, soffre di vertigini.

La via è percorsa da ognuno a modo proprio, per tutti medesimi sono  il punto di partenza e l’approdo finale, è però il percorso circolare a disorientare e a impedire di comprendere il punto in cui ci si trovi del proprio percorso .

Salite affrontate con difficoltà o discese con sventatezza su un tracciato che viene subìto e che qualcuno domina.

Contributo critico e allestimenti a cura di SpazioArrivabene2.


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